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Ott13

STRAIGHT EDGE #7 - Crawling into Darkness (part 1)

Se in passato siete stati  lettori delle mie rubriche, saprete bene che amo associare il wrestling all’altra mia grande passione, la musica rock. Quello che a priori sembrerebbe un accostamento forzato, come acciughe e panna, si rivela in realtà particolarmente azzeccato: sia il wrestling che la musica infatti traggono ispirazione dalla cultura pop del momento, finendo quindi per attingere alle stesse fonti d'ispirazione.

Ciò che vi apprestate a leggere è la prima parte di uno speciale sull’estetica dark, e su come essa si sia piano a piano infiltrata in questi due mondi. Inizialmente tratterò dei personaggi che hanno avuto un ruolo chiave nella WWE; nella prossima parte darò  invece uno sguardo approfondito alle altre federazioni.

Negli anni '60 una manciata di artisti (i Doors ed i Velvet Underground in primis) introdussero temi oscuri e controversi nei testi delle loro canzoni. Il germe dell'Oscurità fiorì nella musica rock per tutti gli anni '70 (pensate ai Black Sabbath o i Judas Priest) per culminare infine nel dark wave inglese e nel death rock americano, con nomi come Cure, Bauhaus, Siouxsie and the Banshees, Christian Death e 45 graves. Il wrestling è sempre stato un materiale meno malleabile della musica, in cui le innovazioni vengono puntualmente frenate da un sistema-controllo arcaico, risalente addirittura agli inizi del '900. I primi abbozzi di personaggi oscuri traggono forte ispirazione dai cattivi 'esagerati' dei fumetti e risalgono solo a metà anni ottanta, proprio in concomitanza col boom del rock gotico. Negli anni precedenti vi furono tentativi di creare character il cui aspetto fosse spaventoso, ma con risultati non proprio esaltanti (Kamala?).

Il primo character dark a raggiungere la vera fama fu quello di Undertaker, giustamente indicato come interprete di una delle migliori gimmick di sempre. Esso incarna molti stereotipi del personaggio oscuro di stampo fumettistico: i riferimenti continui alla morte, il viso pallido, i capelli lunghi, la linea di cerone sotto gli occhi e l'abbigliamento nero. Persino l'entrata è contaminata dalle tenebre, ed avviene nel buio quasi completo, con tanto di druidi e canto gregoriano. Non fu un caso quindi, che la scelta per uno dei suoi primi avversari ricadesse sul buono da fumettone per eccellenza, Hulk Hogan. Come da ruolino in storie del genere la Tenebra prevalse al primo scontro, per poi soccombere alla Luce durante lo scontro finale. Il personaggio di Undertaker ha subito nel corso degli anni una costante oscillazione: ora più scuro, incomprensibile, ora più umano (come negli ultimi anni), ora più caricaturale (come leader della Ministry). Ma egli incarnò sempre un'idea di 'Oscurità' semplice, quasi positiva. Nessuno credo si sia mai sentito inquietato dal Becchino, anche perchè per lunghi anni ha rivestito il ruolo di face.

Altri due personaggi dark nacquero nell'orbita del Phenom, e sotto l'egida di quel residuato della famiglia Addams noto come Paul Bearer: mi riferisco a Kane e Mankind.

Kane fu l’alter-ego di 'Taker, il fratello bastardo che incarnava in sè tutti i tratti di oscurità e malvagità che avevano caratterizzato il Phenom nei suoi esordi e che questi, passando tra i buoni, aveva 'perso'. La sua storia è particolarmente gotica: un uomo il cui viso è stato deturpato dalle fiamme di un incendio, appiccato dallo stesso Undertaker ed in cui sono morti i loro genitori. Una premessa narrativa eccellente, nulla da dire, che crea un background particolarissimo e rivela retroscena inattesi del Dark Knight della WWE. Anche l'aspetto aveva la sua importanza: Kane si presentava con un fisico imponenente ed i capelli lunghi come il fratello, ma lo schema di colori del suo attire era il negativo di quello del Becchino, ed includeva una inquietante maschera... tutti tratti, ancora una volta, degni di un villain dei fumetti. Sappiamo però le tristi vicende della Big Red Machine, ed il suo continuo altalenare tra crolli psichici volti a riformargli attorno un'aura da heel, e lunghi periodi da comedy-face beniamino del pubblico.

Mankind e Kane condividono molti aspetti da 'Fantasma dell'Opera': il personaggio interpretato da Mick Foley era nato da una famiglia che lo detestava, ed aveva passato la vita chiuso in una sala caldaie, con solo i topi e la follia a fargli da compagni. I capelli arruffati, la sottile maschera di cuoio (quasi alla Hannibal Lecter) e la camicia a brandelli tratteggiarono una immagine iconica. Il modo delirante di condurre i promo, il sedersi sul ring durante i match dondolandosi come un folle, e l'abitudine di  ferirsi da solo furono invece i tratti che definirono la psicologia di uno dei personaggi dark più belli di tutto il Wrestling, e più genuinamente disturbante di Undertaker e Kane. Anche Mankind diventerà poi 'estroverso', finendo per allearsi con The Rock.

Finora mi sono limitato a parlarvi di interpreti WWE d'eccezione: nessun appassionato avrebbe da ridire sulle capacità di Undertaker, Foley e Kane (anche se quest'ultimo è immensamente sottovalutato). Ma come nella musica ci sono i Joy Division e poi i Lacuna Coil, così nel wrestling si sono succeduti personaggi potenzialmente interessanti ma con interpreti non all'altezza. Penso a Papa Shango, ispirato al dio del Voodoo Baron Samedi; agli Human Oddities, la stable di deformi; a Viscera, un... ciccione di colore con le lenti a contatto ed i denti limati (ispirato da Burton?); a Boogieman, che nella mente dei creatives avrebbe dovuto spaventare pubblico ed avversari mangiando vermi e spaccandosi sveglie in testa; a Kevin Fertig, alias Kevin Thorn, alias Mordecai, alias diosolosacosa.

Una menzione d'onore merita il vampiro Gangrel: sebbene il suo personaggio rasentasse il ridicolo, è responsabile dell'estetica oscura che avevano agli esordi Edge (duranti i primi tempi incorporava le caratteristiche del disadattato e dell'escluso) e gli Hardy Boyz, tutti membri del Brood.

Concludo questo lunghissimo tour de force nelle tenebre della WWE con un character che, devo ammettere, mi ha conquistato. Mi riferisco ovviamente a Wyatt e alla sua Family. L'estetica della stable è meno scontatamente mansioniana di quanto si pensi; pesca invece a piene mani da film come quelli di Rob Zombie, che accostano America rurale, sette familiari incestuose, misticismo e violenza gratuita. Wyatt è senza dubbio un personaggio interessantissimo e ben interpretato che avrebbe fatto faville... in un altro ambiente. Infatti lo vedo come un character troppo 'differente' sia dai suoi illustri precursori che dal resto del wrestling. Il suo entrare con una theme song appena sussurrata, diversamente dai chitarroni e dai beat sintetici che accompagnano i suoi colleghi, sottolinea ulteriormente la sensazione di 'distacco' dal resto della federazione. Per questa ragione vedo un suo coinvolgimento ad alti livelli molto improbabile.
E poi ci sono gli Ascension, ma su di essi non mi pronuncio.

Andate in pace per ora, fanciulli: il supplizio delle Tenebre è finito. Una seconda razione di  oscurità, viscida e velenosa come carne di medusa, vi attende tra due settimane nella prossima edizione dello sXe.

 
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