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TNA POINT #66 - La storia della filosofia TNA - Terza ed ultima parte

L’inizio del 2007 in TNA aveva cambiato una consuetudine storica della federazione: I PPV di grande qualità e gli Impact mediocri. Se nel 2006 si era riuscito a trovare un perfetto equilibrio con ottime puntate ed eventi a pagamento di spessore, nel nuovo anno si passò all’esatto opposto con PPV pessimi e Impact interessanti e avvincenti grazie ad ottimi promo e storylines originali. I wrestlers iniziavano ad essere più limitati e l’X-Division ad essere accantonata nonostante il regno di Chris Sabin da campione. A causa di segmenti trash e stipulazioni speciali assurde si diffuse tra i fans un certo pessimismo riguardo il futuro della federazione. Non a caso durante il PPV Destination X e per la precisione nel “Last Rites” match(un casket match chiamato diversamente) tra Abyss e Sting il pubblico dell’Impact Zone iniziò a cantare “Fire Russo”. Ma come avevo ricordato nella precedente puntata, la TNA richiamò nel suo booking team Jeff Jarrett e tolse il potere di head broker allo scrittore newyorkese.
La situazione migliorò e ci fu una road to Lockdown davvero notevole, con sorprese come il ritorno da face di Double J e la formazione della stable Christian Coalition, composta da Cage,Tomko,AJ Styles e Scott Steiner(immediatamente uscito dal gruppo).

Il PPV fu anch’esso di elevata qualità e tutto sembrò tornare alla normalità. Nelle settimane successive la TNA sembrò confermare la maggiore importanza data alle puntate quando presentò per la prima volta nella storia Angle vs. Sting in un Impact di maggio. Una decisione che fece infuriare il web e che andava in controtendenza rispetto a quanto fatto solo pochi mesi prima con l’eroe olimpico contro Joe, proposto in PPV dopo aver creato un grande hype. Ma a parte questo, i mesi che seguirono fino a Victory Road sembravano aver riportato la TNA indietro di un anno(ma nel senso positivo del termine). Da citare il feud tra gli ex AMW Chris Harris e James Storm che diedero vita ad un incontro epico e struggente in un last man standing a Sacrifice. Unica brutta notizia del periodo fu la tragica scomparsa della moglie di Jeff Jarrett(Jill) che rese protagonista il King of the mountain di un commovente promo a Slammiversary.

Nel PPV di luglio però iniziò a cambiare qualcosa. Fece il suo esordio/ritorno Dustin Rhodes che attaccò senza apparente motivo Chris Harris e poco dopo debuttò come body guard del DOA Jim Cornette Matt Morgan. Come membro del team Sting in quella porcata colossale che fu il Doomsday chamber of blood match fu chiamato Test con il nome di Andrew Martin. Come se non bastasse, durante la storyline in avvicinamento al PPV tra Joe ed Angle ebbe ruolo centrale nella vicenda l’allora sconosciuta moglie dell’ex WWE, Karen, che si lamentava del poco tempo dedicato alla famiglia da parte dell’eroe olimpico. I fans erano preoccupati. Troppi ex WWE inutili e una storia da “soap opera” che non convinceva nessuno ma in fondo si pensava che tutto si sarebbe risolto presto. La stipulazione del match tra Joe ed Angle era interessantissima(chi vince si piglia tutto visto che uno è campione mondiale(Angle) e l’altro è X-Division champion e sono entrambi campioni di coppia) e i due senza dubbio avrebbero regalato spettacolo.

Arrivò così quello che ho soprannominato il PPV della discordia: Hard Justice.
Nonostante un grandissimo opener, uno dei migliori mai visti nella compagnia di Orlando, ovvero il triple threat match tra Motor City Machine Guns, XXX appena riformati(Daniels e Senshi) e Lethal e Sonjay Dutt, il PPV diede vita ad un vera e propria galleria degli o(e)rrori. Il primo fu quello di far vincere per squalifica Harris contro Black Reign, la nuova gimmick sadica di Rhodes, alter ego malvagio di Goldust. Una vittoria che sa di sconfitta dato che Reign letteralmente massacrò a sangue il povero ex membro degli AMW che veniva da un grande incontro disputato il mese precedente contro Cage e dal main event a sorpresa di Slammiversary. Per non parlare del moty contro Storm. All’epoca pareva il giovane più in ascesa e con più speranze di entrare fisso nel main event. Questa battuta d’arresto fu una mossa poco gradita dai fans. Dopo fu la volta dell’orrendo Doomsday chamber of blood match, una sorta di Hell In A Cell con regole assurde e tanta, tanta confusione. Se a questo si aggiungono gli errori pacchiani di wrestlers fuori forma come l’ex Test avete il quadro completo della situazione.
Jarrett ritornò momentaneamente on screen per annunciare l’assunzione di PacMan Jones, il giocatore di football americano squalificato, che sarebbe divenuto parte attiva del roster TNA. Una news che sul web aveva generato paragoni negativi con la WCW che faceva lottare gente come il cestista Dennis Rodman.

Infine fu la volta del grande “scandalo” finale. Angle sconfisse Samoa Joe grazie all’aiuto di Karen che si era presentata all’arena accompagnata da un altro uomo(il rapper The Trademarc, autore dell’attuale theme song di Kurt) e che in pieno Russo Style è turnata all’ultimo consegnando la sedia nelle mani del marito che colpendo scorrettamente il samoano si portò a casa il match. Ora non solo i fans si lamentavano del fatto che Angle si fosse portato sul 3-1 nei confronti di Joe ma anche perché il match fu continuamente spezzato dalle inquadrature, anche prolungate, di Karen a bordo ring. Un incontro del livello di Joe vs. Angle sacrificato per un angle di dubbia riuscita.
Certo molti, come il sottoscritto, credevano che il finale sporco sarebbe servito ad avere un quinto e definitivo Angle vs. Joe a BFG e il PPV a livello di wrestling offerto non era stato niente male ma come mai allora creò così tanto scalpore? Io ritengo che ciò che non piacque all’epoca fu il prendere coscienza in un colpo solo del cambiamento avvenuto nell’anno appena trascorso in casa TNA. L’arrivo di Angle e Russo se all’inizio aveva portato solo entusiasmo ed effetti positivi, ora aveva portato ad una rivoluzione concettuale e pratica. Lo stile di Russo che nei primi mesi era apparso estremo e forzato, si era affinato e migliorato ma senza Double J ad arginarlo era sconfinato in scelte discutibili come la vicenda Karen o certi angles del feud Roode vs. Young. Angle che nei primi mesi aveva regalato dream match, ora era divenuto signore e padrone della federazione. Detentore dei tre titoli TNA contemporaneamente, aveva sconfitto Joe per la terza volta in pochi mesi e costretto la compagnia ad offrire un contratto a tempo pieno alla moglie, una che con il wrestling non aveva mai avuto niente a che fare. La Carter era talmente innamorata, sul lavoro s’intende, di Kurt che cedeva ad ogni sua richiesta e quando agiva per conto proprio portava a termine operazioni come l’assunzione di PacMan Jones.
I veterani avevano sempre più preso il controllo e gli ex WWE erano tornati di moda, anche a discapito di talenti di casa come Harris. Evidentemente Dixie aveva fretta di raggiungere il successo dal momento che durante l’estate aveva raggiunto un accordo con Spike Tv per trasmettere Impact da due ore a partire dall’inizio di ottobre. Una scelta rivoluzionaria certo ma che non iniziava sotto i migliori auspici.

La situazione non era poi migliorata nel mese seguente, a parte la vittoria di Lethal ai danni di Angle per la conquista del titolo X-Division. A No Surrunder PacMan Jones in coppia con Ron “The Truth” Killings conquistò i titoli di coppia, il match da tutti agognato e dato per certo a BFG, Joe vs. Angle V, fu accantonato per proporre un dream match come Sting contro Angle e il samoano rimandato contro quel Cage con cui aveva già lottato a Destination X. Chris Harris riuscito a malapena a battere pulito Black Reign, finì nel dimenticatoio per poi passare alla WWE di lì a pochi mesi. Come se non fossero già abbastanza i rifiuti provenienti da Stamford, si aggiunse anche Junior Fatu, meglio conosciuto come Rikishi. Tutto questo mentre la qualità media degli incontri si era abbassata parecchio. Inutile dire che nel settembre 2007 ci fu una migrazione di fans delusi della TNA verso la ROH che iniziava a produrre PPV bimensili e a regalare quello spettacolo una volta offerta dalla TNA con AJ,Joe e Daniels grazie a lottatori del calibro di Danielson,McGuinness,Austin Aries(lo stesso che in quell’anno fu utilizzato da Russo con la gimmick di simil Macho Man e costringendolo così all’addio),Morishima,Marufuji,Castagnoli e altri ancora. A distanza di tre anni posso confermare che nemmeno nell’era più brutta di Hogan e Bishoff si è vista una federazione tanto mal organizzata e strutturata con wrestlers inguardabili come Rikishi trattati da superstars supreme e un giocatore di football americano a rubare scene a gente che danni si spaccava il culo per la compagnia.

La TNA debuttò ad inizio ottobre con il suo nuovo format da due ore e la creazione della sua neonata women division, con lottatrici del calibro di Gail Kim, Awesome Kong,le Beautiful People etc… Ma il vero evento è rappresentato ovviamente da Bound For Glory. Il PPV si dimostrò inaspettatamente di qualità, nonostante il grande pessimismo che ne avvolse la preparazione. Angle e Sting regalarono un grande incontro che vide prevalere lo scorpione e Joe e Cage riuscirono a superare il già strepitoso match mostrato a Destination X. Per il resto tanta qualità e si evitò persino di vedere all’opera PacMan Jones, sostituito da Consequences Creed, e per fortuna nostra alla sua ultima apparizione.
Ora che la situazione si era rasserenata, poteva la TNA fare le cose per bene e sfruttare positivamente il favore generato da BFG? Manco per sogno. Sarebbe stato troppo logico.
Così Joe venne sconfitto senza motivo da Cage quattro giorni dopo aver vinto al PPV e due settimane dopo Angle si riprese il titolo ai danni di Sting, costretto ad un regno ancora più breve del precedente. Come già avvenuto per Jarrett contro Rhino, la rete inveì a più non posso contro l’eroe olimpico, accusato di sfruttare la federazione a suo piacimento. Il vostro amato(??) editorialista di fiducia coniò per l’occasione il termine “Arraffone” in un articolo del novembre 2007. Se volete capire che aria tirasse all’epoca, vi consiglio di leggerlo.

A Genesis fece il suo esordio un altro ex WWE, anche se questa volta di peso: Booker T, accompagnato dalla moglie Sharmell. Per quanto concerne invece la qualità generale degli show, la TNA diminuì sempre di più il quantitativo di wrestling da proporre nelle sue puntate in favore di più segmenti nel backstage,più promo e più storylines. Memorabile in tal senso la puntata del giorno del ringraziamento che alternava i match del torneo sul ring e una divertentissima cena a casa Angle con battute comiche molto riuscite(Lethal che vedendo Awesome Kong la scambiò per Kamala) e confronti interessanti. A me personalmente piacque ma devo dire che sul web fu stroncata da molti che trovavano eccessivo il numero di minuti dedicati all’entertaiment da parte della TNA. Incredibile per una federazione che solo due anni prima era accusata di non farne per niente.


I PPV invece erano sempre meno considerati e sempre meno belli. Basta dire che negli ultimi due eventi a pagamento del 2007 i main event furono due tag match e senza alcun titolo in palio nel secondo caso.
Come ciliegina sulla torta fu richiamato Scott Hall, che riapparve per aiutare Nash, altro nemico di Angle,e Joe nella lotta all’Angle Alliance, la nuova stable di Kurt formata rubando gli elementi chiave della Christian Coalition di Cage.
Il main event di Turning Point avrebbe dovuto essere Joe,Nash e Hall contro Angle,AJ e Tomko. Peccato solo che Hall decise di non apparire per ragioni ignote e la federazione si trovò costretta a reclutare Eric Young come sostituto dell’ex Razor Ramon. Il match fu anonimo come tutto l’evento ma da ricordare fu il bellissimo promo shoot di Joe che distrusse Scott Hall e tutti i vecchi che nel backstage impedivano agli originals di arrivare in alto. Parole dure e forti che avevano sottolineato una situazione nel backstage poco armoniosa, con diversi lottatori infuriati per il loro cattivo utilizzo. La Carter allora convocò per i tapings successivi una riunione generale in cui promise di rescindere il contratto a coloro che non erano contenti del trattamento ricevuto. Si fece avanti Senshi/Low Ki, veterano della compagnia,e due settimane dopo trovò il licenziamento anche nelle storyline ufficiali.
Capite ora perché sorrido quando leggo che il 2007 sarebbe stato un anno molto positivo per la TNA?

Con il nuovo anno solare, la TNA ritrovò PPV di qualità grazie al feud nel main event tra Angle e Cage che regalò due buonissimi incontri. Il problema principale riguardava allora i cosiddetti originals. AJ era trattato come un idiota, un bambino che sbavava dietro Karen e sul ring si comportava come un giullare. La vicenda che lo vide al centro di una guerra tra Angle e Cage per averlo nella propria stable e che lo rappresentò come un teenager(chiuso nella sua cameretta per non prendere una decisione), nonostante un anno prima fosse dipinto come padre di famiglia, se da una parte intrigava dall’altra lasciava basiti. Daniels era stato trasformato in Curry Man, una gimmick comica interpretata dall’ex Fallen Angel in Giappone molti anni prima, e Joe era ancora una volta fuori dal giro titolato e in compagnia di Kevin Nash, divenuto suo mentore nonostante il promo shoot contro Scott Hall. L’X-Division? Dopo la lunga storyline che aveva visto il Team 3D prendersela con l’intera categoria, il titolo era finito persino nella mani anonime di Johnny Devine per poi tornare in quelle più affidabili di Lethal. Il problema era che dopo l’esplosione della gimmick di Lethal come nuovo Macho Man Randy Savage, diversi altri lottatori della categoria avevano assunto gimmick assurde: oltre Curry Man, si può citare Sonjay Dutt divenuto Guru, Petey Williams Scott Steiner wannabe, Shark Boy come Austin etc… La Tag Team Division? Campioni erano una non-coppia(AJ e Tomko) e le difese rare o contro pensionati(BG James e il padre settantenne(!!!) Bob Armstrong) o contro non coppie(Joe e Nash a Final Resolution).

Bisogna anche dire che fu un periodo tutto sommato positivo. E’ vero che c’erano difetti enormi come quelli da me appena riportati ma vi erano anche Impact davvero piacevoli che mi ricordavano per stile e tipo di personaggi proposti le puntate di Raw in piena era attitude, con pregi e difetti annessi. L’Impact dedicato all’incidente di Shark Boy con la camera d’ospedale addobbata come se fosse un acquario, i parenti con addosso la stessa maschera del wrestler e le visite dei colleghi fu una delle cose più assurde che ho mai visto in uno show di wrestling. La trasformazione poi in un Stone Cold Steve Austin marino fu esilarante e diede al suo personaggio quello che Andy Warhol definirebbe “i suoi quindici minuti di celebrità”.

Ma come già successo l’anno precedente, fu ancora una volta la Road to Lockdown a riportare la TNA sui binari più consoni al suo reale valore. L’intera marcia di avvicinamento al PPV fu centrata sul feud tra Joe e Angle che si sarebbero sfidati per la cintura mondiale nel main event del PPV. La faida fu costruita come se si volesse offrire al pubblico un incontro di MMA e non di Pro-Wrestling. Per questa ragione, la storyline non si basò su promo o su una vicenda particolare ma sui “camp” di allenamento organizzati dai due. Vennero scelti due MMA fighters,Marcus Davis per Joe e John Trigg per Angle, che facessero da allenatori ai due e il tono utilizzato per la presentazione della sfida fu molto sportivo e meno melodrammatico. Unica cosa da storyline fu la promessa di Joe di abbandonare la federazione in caso di sconfitta.
Il match in PPV proseguì questo trend e sia nella presentazione dei fighters sia nel commento con l’aggiunta a Tenay e West di Frank Trigg che nell’attire dei lottatori strizzò l’occhio allo stile della UFC. Il brusco allontanamento da parte di Angle di sua moglie Karen(con la quale aveva litigato nella storyline) dalla tribuna fu una citazione auto-critica del precedente match di Hard Justice, dove la presenza di Karen rovinò la qualità dell’incontro. Fu un modo per dire a tutti:”Adesso è solo un match di wrestling senza distrazioni”. L’incontro in sé ebbe un impostazione simil MMA e più realistica negli scambi di partenza e si concluse poi con uno stile più vicino al pro-wrestling con la vittoria tanto sperata e invocata di Samoa Joe, che diventava per la prima volta campione del mondo.

La vittoria del samoano fu solo l’inizio di un periodo decisamente positivo che sembrò ridare spazio e importanza al passato della TNA. Infatti solo un mese più tardi, a Sacrifice, in un PPV interamente dedicato al torneo per ri-assegnare le cinture di coppie rese vacanti, trionfarono i LAX e nello stesso periodo Petey Williams si era ripreso il titolo X-Division dopo la partnership vincente con Scott Steiner. La qualità degli incontri era migliorata e pareva che la TNA fosse tornata ad una concezione più sportiva e atletica del suo prodotto e soprattutto più attenta al lancio dei giovani talenti di casa. A Slammiversary Joe per la prima volta infranse il tabù del KOTM che sosteneva che nessun campione potesse sopravvivere a quel gimmick match mantenendo la cintura e nello stesso incontro fece l’esordio nel main event un giovane come Robert Roode.

D’estate la situazione migliorò ulteriormente dal punto di vista qualitativo, un po’ meno da quello gestionale. Infatti in quell’epoca iniziò la bellissima storyline di Sting che attaccava i giovani face della federazione e che per due mesi aveva fatto arrovellare i fans della rete circa le vere motivazioni di quegli attacchi. La successiva faida contro i giovani, con quello splendido Impact con promo uno più superlativo dell’altro tra lui,Angle e Jarrett, e che vide anche l’esordio di Foley in TNA, rimane una delle perle più preziose della gestione Vince Russo. Il problema è che il regno di Joe non fu valorizzato e fu sacrificato sull’altare della storyline. A Victory Road il samoano perse per squalifica, ad Hard Justice e No Surrunder vinse per interferenza esterna. Come se questo non fosse già tanto,ad Impact lo spazio che gli veniva concesso era davvero esiguo rispetto ad altri. Così si pensava che il match contro Sting a BFG gli avrebbe permesso non solo di abbattere un altro record(l’imbattibilità dello scorpione al PPV) dopo quello del KOTM e di rivalutare il suo regno altalenante, ma anche di confermarsi definitivamente come il nuovo “eroe” della federazione con una vittoria nel main event del PPV più importante.
A Chicago invece andò in scena la seconda edizione del PPV degli o(e)rrori. Non tanto per la qualità complessiva dell’evento che fu buona ma per quanto riguarda il main event che vide prevalere Sting grazie all’aiuto decisivo di Kevin Nash. A posteriori tutti sappiamo che quella vittoria fu data a Sting per permettere la nascita dei Main Event Mafia e della potenziale grande storyline che ne sarebbe conseguita, ma se ancora oggi Joe non riesce a trovare una collocazione definitiva nel roster TNA io penso che parte del demerito vada alla scelta nafasta di fargli perdere quel match fondamentale. Sarebbe bastato riproporre l’angle due settimane dopo ad Impact e si sarebbe ottenuta la stessa situazione con la differenza che si avrebbe anche avuto un Samoa Joe credibile e vincente in più.

In ogni caso BFG 08 diede vita ad un nuovo periodo, quello contrassegnato dal dominio dei Main Event Mafia. Avrebbe dovuto essere la storyline per eccellenza della storia TNA, quella che avrebbe dovuto lanciarla nell’olimpo del wrestling come aveva fatto l’NWO con la WCW. Si rivelò invece solo una buona storyline e nulla più. I primi mesi del 2009 furono terribili per bassa qualità del wrestling proposto, noiosità e ripetitività degli avvenimenti e per personaggi poco interessanti. Se vi interessa sapere qualcosa di più sul perché del fallimento di quella storyline vi rimando ai miei articoli scritti un anno fa.
Dopo un periodo tanto negativo, arrivò la luce. Da settembre a dicembre 2009 la TNA ha vissuto uno dei momenti più belli e appassionanti della sua storia con grandi PPV, un wrestling tornato ai livelli di un tempo, AJ,Joe e Daniels finalmente assieme nel main event, giovani come Wolfe,Morgan e Pope in rampa di lancio e faide interessanti e coinvolgenti. Terminata ogni puntata, la curiosità era altissima già per la seguente e per una volta tanto la critica, da sempre negativa nei confronti della federazione, si era lasciata andare ad elogi ed encomi. Merito di Russo che divenuto head booker in seguito all’allontanamento di Mantell e Jarrett, a causa della relazione di quest’ultimo con Karen Angle e che aveva portato Dixie Carter ad essere unica proprietaria della TNA, aveva saputo guidare il roster verso livelli di eccellenza, dando importanza ai giovani e rivalutando le superstars più affermate. Unico neo di quel grande periodo fu il push dato a Lashley, che la TNA cercò di lanciare come il primo wrestler e MMA fighter allo stesso tempo e che ottenne anche una vittoria contro Joe a BFG. La colpa però fu della Carter che si fece abbindolare dall’ex WWE(come al solito) e che provò ad imporlo al pubblico pensando di aver avuto chissà quale idea.

L’idilio tra fans e TNA durò poco perché ad ottobre la Carter annunciò l’arrivo in federazione di Hogan e Bishoff. Si pensava come wrestler e GM e invece si rivelarono essere i nuovi padri e padroni della compagnia….Ma questa, come si suole dire, è storia recente e ve ne ho già ampiamente parlato in questi ultimi mesi.
Spero che questa storia della filosofia e dello stile alla base della TNA vi sia piaciuta e non vi abbia annoiato. A fine agosto riprenderemo a parlare di attualità, anche perché vedendo l’arrivo degli ex ECW ho come l’impressione che la TNA abbia già intrapreso una nuova direzione creativa…Ciao a tutti!!

 

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