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WRESTLING BACKSTAGE # 4

Benvenuti a voi tutti da parte di Giacomo "The Stinger" Lipari, che ha il piacere di introdurvi al quarto numero di questo editoriale dedicato al mondo del wrestling ... E non solo!

Prima di iniziare la lettura, vi ricordo ancora che questo mio editoriale sarà diverso dagli altri, in quanto cercherò di farvi usare la ragione per avere un punto di vista critico ed autonomo, libero da pregiudizi e dicerie.

Diversamente da come potreste pensare, ribadisco che questo editoriale è assolutamente diretto a tutti! Anzi ... a dir la verità, è più diretto agli scettici che agli appassionati di questa disciplina!

Bene, confermato ancora una volta ciò, direi che siamo pronti per iniziare, quindi cosa aggiungere se non il mio classico: "BABY IT'S TIME! IT'S THE STINGER TIME!


Oggi mi sento proprio di parlarvi di un altro degli aspetti più importanti del business, la finzione! (intesa nel senso più ampio del termine).

Non potrete mai immaginare quante volte mi sia trovato a sentire frasi del tipo:
Giacumì, ma che ti guardi? Ma non lo sai che è tutto finto!
Oppure ... Già! Ma si vede da lontano un miglio che fanno finta di colpirsi, e tu scemo che li guardi! :-)

A volte penso a quanto vorrei poter costruire una linea immaginaria per definire una volta per tutte che cosa sia finto e cosa non, soprattutto oggi poi, in un mondo dove l'ipocrisia regna sovrana e tutti inseguono solamente il Dio denaro.

Per questo vorrei porvi alcune domande prima di procedere.

E' finto un film d'azione?
E' finta una serie TV?
E' finta la passione viscerale che avete per una cosa che amate?

Quello che vorrei dirvi a voi scettici è che la finzione che vedete e (cosa più grave) oltre cui non riuscite a vedere, è figlia dell'ignoranza in materia, scaturita solo dallo snobbismo a priori maturato senza un reale motivo!

Vero è, che quì siamo di fronte ad un caso emblematico della serie "La vergogna sta negli occhi di chi guarda" ma per come la vedo io, la finzione nel wrestling è un dettaglio insignificante. Con ciò vorrei solo esprimere un mio parere, per farvi capire però che il wrestling non è la pagliacciata da circo che tutti voi pensate.

Come avrete imparato leggendo i miei precenti numeri, le federazioni di wrestling non sono per nulla degli enti benefici, ma delle società (anche quotate in borsa) cui il loro fatturato (quindi il loro futuro) si basa interamente sugli introiti ricavati dagli show che producono, mandati avanti dai lottatori presenti nel roster, i quali vengono poi strumentalizzati al fine di vendere gadget, DVD ed altro.

Mi spiego meglio ... le fedarazioni puntano tutto sui propri atleti, al fine di vendere i prodotti annessi, quindi perchè correre il rischio di farli infortunarli gravemente? Con il rischio poi di tenerli fuori dalle scene per recuperare!

Le maggiori federazioni di wrestling hanno molte date cui far fronte, per cui un lottatore di spicco può ritrovarsi anche a dover lottare per 250 sere l'anno! Ovvio quindi che si prendano tutte le precauzioni del caso, così da far permettere loro di presenziare sia alle puntate settimanali, sia ai PPV che negli show live, per la goia sia dei fan che degli sponsor, i quali investono fior fior di quattrini in favore della federazione (in periodo di crisi economica poi).

Un lottatore quindi, trovatosi all'interno di questo "circolo vizioso" durante il corso dell'anno (e per più anni pure, perchè più dura il trend positivo e meglio è per tutti), si trova costretto a salvaguardare il proprio fisico.

Questo discorso appena fatto vale per le federazioni maggiori, cosa diversa invece accade nelle federazioni minori, le quali agevolate da un calendario più leggero, possono permettersi di far osare di più i propri atleti, favoriti dall'avere più tempo per riprendersi dagli acciacchi patiti.

E' appunto per questo che alcuni lottatori scelgono di non approdare nelle grandi federazioni (le Major), preferendo rimanere nelle federazioni minori (le Indy), perchè meno stressati dal "sistema", inoltre si sentono più liberi di esprimere le loro qualità sul quadrato, al posto di soffocarle, (questo solo per alcuni, molti altri accettano gli ingaggi senza battere ciglio perchè ingolositi dai guadagni e dalla visibilità ottenuta nelle Major, ma questo è un altro discorso ...)

Ricordo quando Rob Van Dam nel suo DVD "One Of a Kind" si lamentava di questo problema, dicendo chiaramente ai fan che gli rimproveravano di essere delusi del suo stile di lotta meno spettacolare al momento del suo approdo in WWE rispetto alle sue solite manovre usate in ECW, di non potersi più permettere match di quel tipo in quanto avrebbe sforzato troppo il proprio fisico, e dopo poco tempo avrebbe ceduto.

Bisogna dire però che gli infortuni non vengono del tutto annullati (sarebbe impossibile affermarlo), è invece giusto dire che nel corso degli anni le federazioni hanno cercato di fare il possibile per limitare al massimo questi episodi salvaguardando la salute degli atleti anche attraverso esami clinici, del resto stiamo pur sempre trattando di un business pericoloso dove gli atleti mettono a rischio la loro salute fisica ogni istante.

Molto spesso poi, ho sentito persone criticare la finzione che gli atleti hanno nell'accusare le mosse, ecco, questa che potrebbe sembrare una nota stonata, è invece una delle cose primarie da valutare per apprezzare al meglio la bravura sul ring di un atleta, ovvero come riesce a "vendere" (il cosidetto "selling") le mosse che subisce. Più si riesce a renderle vere, e più dimostra di essere bravo. La bravura risiede nel fatto che i lottatori che noi vediamo affrontarsi, non sono altro che colleghi di lavoro i quali dietro le quinte saranno anche amici, ma una volta sul ring cercano di mettere tutto da parte in favore di una buona contesa che possa divertire il pubblico, esibendo le migliori manovre da una parte e dall'altra, aiutandosi e favorendosi a vicenda nell'effettuarle. E' appunto questa chimica che decreta la sua buona riuscita del match ed il successo dello stesso, con tutto ciò che risulta molto più fluido e gradevole. Male invece quando si affrontano dei lottatori che non hanno nessuna chimica tra loro, ne viene fuori un match pessimo dal punto di vista della lotta quanto dello spettacolo, con i lottatori che eseguendo male le mosse (in quanto non supportati a dovere dall'avversario) rischiano pure di farsi male nell'eseguirle.

Così come non è nemmeno finto il risultato finale del match, sarebbe giusto dire che esso viene GESTITO dai dirigenti, i quali, vogliono ricevere dal pubblico una data reazione in merito ad una situazione che vogliono far sviluppare, inoltre il finale è gestito anche in modo da imprimere un certo tipo di carattere che la dirigenza vorrebbe dare al lottatore.

I lottatori infatti sono dei magnifici atleti con spiccate doti attoriali che eseguono solo il proprio lavoro, indossando i panni del personaggio che la dirigenza gli affibia ogni qual volta salgono sul ring, per poi perderli nel momento in cui si trovano nella vita di ogni giorno, distinguendo così in maniera netta la differenza tra il lottatore e l'uomo che vi è dietro la finzione del personaggio, le identità talvolta potrebbero coincidere o rivelarsi essere opposte, come due facce della stessa medaglia.

Che dire, ci sarebbero altre cose da aggiungere, ma per oggi direi che può bastare.

Ed anche per questo numero siamo arrivati al termine, rinnovandovi l'appuntamento per il prossimo.

Saluti dal vostro caro Giacomo "The Stinger" Lipari. Ciaoooooooo.


 

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