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I DIARI DI BILL BANKS: Un giorno dentro ad un incontro di booking

Quando hai uno show settimanale in televisione, devi costantemente pianificare e organizzare ciò che accadrà. Il booking per ogni puntata di Raw avveniva immediatamente dopo che eravamo volati in Connecticut dal Raw precedente. Il martedì mattina, io e Ed Ferrara guidavamo verso casa di Russo, a Trumbull, Connecticut, per pianificare lo show successivo. Essendo io il rookie, il pivellino, il mio lavoro era essere là alle nove in punto del mattino con in mano le mie idee e il caffè. Se non portavo il caffè, non mi facevano ascoltare.

Ho sempre preferito le riunioni di booking tra poche persone, come accadeva in quelle tra me, Russo e Ferrara. Loro erano sempre della stessa opinione e difficilmente si trovavano in disaccordo su qualcosa. Invece nelle riunioni di booking tra più persone, spesso troppe teste finiscono per rovinare le idee, consumando così solo tempo e sprecando giornate intere, esattamente come è accaduto un sacco di volte ai tempi della WCW.

Russo, Ferrara e io ci riunivamo nel soggiorno di Russo. La televisione era sempre accesa su SportsCentre o su Seinfeld, due dei programmi preferiti di Russo. E oltre al suo caffè, Russo aveva sempre una confezione gigante di pistacchi al suo fianco.

Russo aveva un suo sistema per bookare gli show: si partiva sempre dalla storyline principale e si stabiliva il main event, che doveva basarsi su ciò che era accaduto la settimana precedente. Una volta che quei due elementi erano stabiliti il resto dello show, personaggi e match seguivano a ruota. Un altro aspetto di booking in cui Russo eccelleva era nel riuscire a trovare in qualche modo una possibilità per ogni talento di essere coinvolto nello show. Durante i picchi di ratings della WWF nel 1999, ogni singolo lottatore dello show era coinvolto in un qualche tipo di storyline.

Entro la fine del primo giorno, di solito avevamo preparato gli aspetti di base dello show. Per il resto della settimana, Russo e Ferrara andavano a casa di Vince McMahon a Greenwich, Connecticut, per discutere dello show. Secondo Russo e Ferrara i giorni con McMahon erano lunghi e noiosi. Potevano arrivare alle nove del mattino e andarsene anche a mezzanotte.

Quando si doveva valutare uno show, McMahon era una macchina. Non era insolito per Russo e Ferrara dover tornare a casa di McMahon dopo che se ne erano andati per discutere ancora di qualcosa, o comunque trascorrere lunghe ore al telefono con lui per discutere i dettagli di un angle particolare. McMahon apparentemente non dormiva mai e voleva sempre parlare del prossimo show. Persino durante il volo verso il luogo dei tapings, McMahon voleva sempre che Russo e Ferrara si sedessero accanto a lui per discutere dello show. In altre parole, diventando head booker della WWF, era al servizio di McMahon 24 ore su 24, 365 giorni all’anno.

Sono sempre stato molto grato a Russo per non avermi mai cooptato in quelle riunioni con McMahon. So che è il sogno di molti essere head booker della WWF, ma la realtà è che consegni la tua vita a McMahon. Non si ha tempo libero per sé stessi. Devi solo servire il tuo padrone.

La casa e la famiglia di Russo cominciarono a risentirne. Quando Russo andava da McMahon e gli spiegava che era vicino a una crisi isterica e che aveva bisogno di trascorrere un po’ di tempo con la sua famiglia, McMahon gli disse di assumere una tata. Questa è la realtà quando si lavora con McMahon.

Un esempio di ciò che dico: una settimana Russo era malato come mai avevo visto nessuno. Soffriva di influenza e a malapena riusciva ad alzarsi da letto o a guidare verso l’aeroporto. Ma sapeva che non andare allo show non era un’opzione per McMahon. Russo era malato durante il volo, malato all’hotel (in cui stette tutto il tempo in bagno) e malato all’arena. Onestamente non so come fece per tutto il viaggio.

Quella notte mentre eravamo rientrati all’hotel, Russo era così esausto che appoggiò la testa sul bancone della reception. In quel momento arrivò McMahon che camminò verso Russo, gli diede una pacca sulla schiena e disse scherzando: “ti ho distrutto oggi eh?”. Per McMahon era sempre tutto uno scherzo con Russo, ma specialmente quella notte capii che Russo cominciava ad averne abbastanza. E non poteva neanche rispondergli; nessuno poteva farlo.

Gli incontri di booking in WCW invece furono tra i più divertenti, e svuotanti, giorni della mia carriera nel wrestling business. Negli incontri di booking in WCW c’eravamo Russo, Ferrara, io, Terry Taylor, Jeremy Borash e poi si unì a noi anche “Disco Inferno” Glenn Gilberti. Il team creativo era più affollato che in WWF perché questo era il modo preferito dal management WCW.

I nostri incontri di booking si svolgevano nella sala delle conferenze del Double Tree Hotel ad Atlanta, Georgia. Era un’atmosfera bella, accogliente, ma capitava a volte di litigare l’uno con l’altro. Ad esempio penso ci siano state volte in cui Terry Taylor avrebbe volentieri colpito Gilberti col suo portatile picchiandolo fino a farlo morire.

Glenn Gilberti è stata una delle persone più divertenti con cui io abbia mai lavorato nel mondo del wrestling. Non era mai di malumore ed era impossibile farlo arrabbiare. Il vero motivo per cui Russo lo volle con noi nelle riunioni è perché provvedeva a farci ridere. Quando eravamo tutti stanchi morti e senza nulla di buono in mano, Gilberti riusciva sempre a farci ridere in qualche modo. Gilberti era inoltre maestro nell’escogitare idee incredibilmente orrende, e per la maggior parte delle quali non era serio neanche lui nel dirle. Ad esempio, penso che trascorse circa un mese escogitando il suo peggior angle, l’invasione dei marziani in WCW, che sarebbe dovuta cominciare con Mike Tenay che si sarebbe rivelato come un alieno durante una puntata di Nitro. E non vi dico di quando voleva far debuttare l’Uomo Invisibile in WCW. Sebbene non abbia più avuto l’opportunità di lavorare con lui in questi ultimi anni, mi piacerebbe che potesse ancora lavorare nel wrestling; lui appartiene a questo mondo e può dare ancora un buon contributo al wrestling in molti modi positivi.

Le riunioni di booking in WCW duravano più o meno due o tre giorni, dipendeva da quanto portavamo a termine e da quali particolari problemi dei lottatori dovevamo affrontare. In WWF, se c’erano, c’erano davvero pochi ostacoli da affrontare quando bookavamo uno show. Ricordate, Vince McMahon era un uomo di polso e i lottatori facevano ciò che veniva loro detto di fare. Se non lo facevano, potevano cercarsi lavoro altrove.

In WCW, era tutto un altro paio di maniche. Al management potevano non piacere certi aspetti dello show, i lottatori potevano rifiutarsi di fare certi angle o trovare modi “creativi” per evitarli, e persino Standard & Practices voleva dire la sua. Per quelli di voi che non lo sanno, Standards & Practices era una divisione stabilita dalla Turner Entertainment per visionare i contenuti dei loro show ed eliminare tutto ciò che avessero trovato di offensivo (ne riparlerò dopo). Così, come potete immaginare, avevamo molti più ostacoli da superare per scrivere uno show in WCW che in WWF.

Dopo che ci staccammo dalle riunioni di booking WCW, fu deciso che Russo si sarebbe occupato di Nitro e Ferrara di Thunder. Da lì, io avrei avuto le copie dei format scritti dei due show e il mio lavoro sarebbe stato quello di dividere lo show in segmenti scritti da dare ad ogni lottatore. Ciascuna star avrebbe avuto il proprio copione che io gli avrei passato all’arena. Ci sarebbero stati i dettagli dei loro match, delle loro interviste e dei segmenti in cui sarebbero stati coinvolti. Era anche mio compito scrivere i promo e le interviste di ogni lottatore. Di alcuni provvedevo solo a mettere alcuni punti fondamentali, di altri invece mettevo proprio delle generiche interviste complete in cui erano liberi di mettere loro le parole. Dipendeva tutto dalla star, e dalla loro particolare bravura o meno con le interviste. Quando Nitro e Thunder erano finiti e tornavamo in volo ad Atlanta, ricominciava di nuovo tutto il processo.


 

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