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WWE INSIDER #127 - To hell (in a cell) with this

TO HELL (IN A CELL) WITH THIS


Mancano tre settimane al prossimo grande -si fa per dire- evento targato WWE e forse avrei dovuto conservare questo titolo troppofaigo per il prossimo numero dell’Insider, c’è un motivo per cui non l’ho fatto: spero che tra due settimane non servirà più inveire contro la federazione, anzi che si torni a parlare di qualcosa di positivo. Ad oggi, invece, la situazione è drammatica. L’unico elemento che riesce a dare un minimo di qualità agli show è Dean Ambrose, dimostratosi già imprescindibile per la WWE, ma uno show con match già visti, del pessimo comedy e nessun campione non è il massimo.

Il problema principale, se lo chiedete a me, è proprio l’assenza del campione. Si può parlare male di John Cena quanto si vuole, si può amare Brock Lesnar quanto si vuole, ma è innegabile che per uno show di Wrestling è meglio avere un campione, anche se non è il massimo (non è il caso di Cena), piuttosto che averne uno che si fa vedere se va bene una volta al mese, e per la sua apparizione di 10-15 minuti chiede l’equivalente dello stipendio annuale di tutto il roster di NXT, se non anche di più.

Parliamo di un problema evidente sin dal principio, ma che in molti rifiutavano volontariamente di vedere sperando forse che per qualche strano motivo sparisse da solo. Lesnar va bene per feud relativamente brevi, ma non può e non deve essere il campione di una federazione della quale, sostanzialmente, non fa parte. Il suo manager, Paul Heyman, riesce sempre a tirare fuori promo di grande livello, ma non può fare i miracoli. Serve la presenza di Brock Lesnar a Raw e in PPV, ma ancora prima, serve un avversario per Brock Lesnar.

La gestione dell’attuale WWE Champion è sempre stata complicata, almeno sin dal suo ritorno. In ogni sua rivalità, ha sempre interpretato la parte di The Beast, con caratteri più o meno accentuati a seconda del periodo e dell’avversario. Con la sua conquista della Streak di Undertaker a Wrestlemania 30, però, Lesnar ha raggiunto un nuovo status, rendendo impossibile a chiunque (chiunque) sconfiggerlo, quantomeno in maniera pulita, mettendolo di fatto su un piedistallo rispetto all’intero roster WWE. Se nessuno può batterlo allora sarebbe meglio tenerlo lontano dalla cintura, no? Sai com’è, non è il massimo avere un campione imbattibile. Insomma, a quanto pare una cosa del genere non funzionerà neanche in WWE2K15, che è un videogame, figurarsi nella realtà. Eeeeeeeee invece Lesnar è il campione.

Conoscete la storia: a Summerslam ha distrutto John Cena ed a Night of Champions, sapendo che di lì in avanti non si sarebbe più fatto vedere per qualche tempo, avranno pensato bene di togliergli quel titolo appena conquistato. In un anno in cui già il WWE Championship è stato vacante per diverso tempo (e si è visto cosa ciò ha comportato per la qualità degli show settimanali e dei PPV), privare di nuovo il pubblico di un campione, autocitandomi, non è il massimo. A NoC il personaggio di Brock Lesnar è stato dunque ridimensionato, mettendo su un match più equilibrato della mattanza di Summerslam, ed è arrivato vicinissimo alla sconfitta. Dopo diverse Attitude Adjustment, infatti, non sembrava averne proprio più, tant’è che secondo il trio di commento americano avrebbe dovuto cedere allo schienamento di John Cena. No, non alla STF applicata prima nel match, cedere allo schienamento. Non voglio sapere cos’abbiano fatto JBL, Jerry Lawler e Michael Cole prima del Main Event, ma il mio sospetto è che abbiano bevuto una Diet Dew corretta con qualcosa di forte.

Ad ogni buon conto, quello schienamento è stato interrotto da Seth Rollins, intenzionato ad incassare la valigetta del Money In The Bank. L’ex Tyler Black ha anche steso Brock Lesnar con un Curb Stomp, ma non è riuscito nel suo intento a causa dell’intervento di John Cena. Eeeeeeeeeeeee quindi Lesnar è ancora campione. Le mie impressioni su quanto accaduto nel finale di Night of Champions le trovate nel coverage del PPV, dunque non credo sia necessario ritornare sull’argomento.

Meglio parlare di quanto accaduto dopo, a Raw, che si è aperto con l’intromissione di John Cena nella faida tra Seth Rollins e Dean Ambrose (unica cosa che ad oggi tiene in piedi Raw). Perché, ovviamente, se Lesnar non si fa vedere Johnnyboy resta senza compagnuccio di giochi, e quindi deve andare a scombinare qualcosa che funzionava perfettamente senza di lui. Non faccio chiaramente nessuna colpa a Cena, ci mancherebbe, quanto più alla visione miope del creative che 1) ci ha lasciato senza di fatto un campione e 2) non ha saputo trovare niente di meglio da fare a Cena che invischiarsi nell’unica storyline dell’upper-carding attualmente in corso.

Ora, i motivi per avercela con Rollins a Cena non mancano. Dopotutto, gli è probabilmente costato un WWE World Heavyweight Championship. Ma lo stesso ha fatto lui con Rollins, preferendogli Lesnar come campione. In più, c’è già Dean Ambrose che da tempo cerca di farla pagare al suo ex compagno, e Cena avrebbe ancora un conto aperto con Lesnar. Non potrebbe fare il bravo, come Roman Reigns, e lasciare che sia Ambrose a vedersela con Rollins? No. Perché Lesnar non c’è. E Cena non può stare senza far nulla, perché oggettivamente è quello che vende i PPV/sottoscrizioni al network, piaccia o meno.

Il problema è che, tolti Ambrose e Rollins, non c’è più nulla di interessante in WWE, non ci sono personaggi da poter mandare contro John Cena. Persino Randy Orton, che comunque abbiamo visto contro Cena in una miriade di occasioni, è ora ridotto ad un semplice garzone di Triple H, alla stregua di Kane. Si parlava di un feud con Rusev per il leader della CeNation, ma si è scelto di mandare Big Show contro il bulgarusso. Francamente, poi, non so quanto mi sarebbe piaciuto vedere Cena vs Rusev nel Main Event di un PPV. Saremmo tutto sommato ai livelli di Cena vs Ryback, per dire.

L’unica cosa, oltre al feud Rollins-Ambrose, che in questo momento sta intrattenendo in maniera decente, ma che comunque non rappresenta un possibile sbocco per Cena nel breve periodo, è la situazione attorno all’Intercontinental Championship. C’è tanta confusione attorno al titolo, con cambi repentini che a me, personalmente, non sono dispiaciuti ma che hanno fatto storcere il naso a chi sostiene che in tal modo venga sminuito il valore della cintura. Un regno di sei mesi di Ezekiel Jackson, quindi, è meglio di un feud con vari scambi di titolo come quello tra Miz e Ziggler. Il valore della cintura, secondo il mio modesto parere, è determinato soprattutto dalla qualità dei match titolati. Se mi vengono proposti ottimi match come quelli che si stanno vedendo al momento per me la cintura ha un suo valore.

Resta il problema della confusione attorno ai titoli secondari. Dopo il durissimo one-on-one di Night of Champions per lo United States Championship tra Cesaro e Sheamus, infatti, il primo ha vinto una Battle Royal valevole una shot all’Intercontinental Championship, incassata a Smackdown la sera stessa senza successo. Pur perdendo, lo svizzero è rimasto nell’orbita del titolo Intercontinentale; lo dimostra il bel Triple-Threat tra lui, Dolph Ziggler e The Miz dell’ultimo Raw.

The Miz, a questo punto, dovrebbe essere definitivamente fuori dai giochi, pur avendo perso il titolo solo nella penultima puntata di Raw. Cesaro, dal canto suo, potrebbe far leva sul fatto di aver steso lui Mizanin con un Uppercut, permettendo così a Ziggler di schienarlo, e dunque ci ritroveremmo con un Ziggler vs Cesaro in PPV. E lo United States Championship? Niente, Sheamus ne rimane in possesso senza però essere protagonista di qualsivoglia storyline. Perché non mandarci Rusev a questo punto, che avrebbe interesse a conquistare lo United States Championship, liberando tra l’altro Big Show per un già rumoreggiato feud con Bray Wyatt? No. Troppo logico. Meglio lasciare l’US Champion senza avversari, mettere Rusev nell’ennesima rivalità fotocopia, Bray Wyatt lo facciamo dondolare sulla sedia per un quarto d’ora poi magari; che comunque è più divertente di vedere roba come Brie Bella vs Nikki Bella.

Insomma, senza dilungarmi troppo su cose che veramente non meritano neanche di essere insultate, come la faida tra sorelle, oppure i segmenti total divas, oppure Alicia Fox che entra nella rivalità tra Paige ed AJ Lee, oppure un “rasoio elettrico” nella valigetta di Seth Rollins, o Jamie Noble con la bocca sporca di mostarda, o Khali che ancora ha un lavoro e così via; direi che la situazione non è esattamente rosea. E non credo che di qui ad Hell in a Cell le cose miglioreranno. Si può sempre sperare in qualche sorpresa, ma servirebbe prima di tutto una svegliata in termini di gestione degli atleti e degli show. 


 

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