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WrestleMania IX, Caesar’s Palace, WrestleMania si svolge all’aperto per una meravigliosa cornice che rimarrà storica negli occhi dei fans che hanno visto l’evento. Stavolta verrà raccontata una storia diversa rispetto ai due match precedentemente combattuti da Undertaker, poiché l’avversario è Giant Gonzalez.
Per la prima volta in carriera Undertaker è colui che deve conquistare l’inconquistabile. Un avversario annunciato alto come 2 metri e 44 centimetri, una cifra sicuramente ingigantita da Howard Finkel. I match contro Jimmy Snuka e Jake Roberts videro Undertaker sconfiggere in maniera netta gli avversari, rafforzando la sua posizione all’interno delle gerarchie WWF come uomo da battere. Stavolta i ruoli sono invertiti perché è Giant Gonzalez colui che sembra essere imbattibile per tutti gli altri.
Il feud iniziò durante la Royal Rumble del 1993, tutto nacque per un’eliminazione. Da lì la storia cambiò radicalmente. Undertaker per la prima volta era l’underdog della situazione, colui che doveva dimostrare di essere in grado di compiere un’impresa. Giant Gonzalez puntava invece a far capire alle persone che lui sarebbe stato in grado di far “riposare” per sempre il Deadman. Taker accettò di buon grado la sfida e si presentò al match entrando con Paul Bearer e con un avvoltoio, uccello che viene sempre associato all’idea della morte.
Il match, come era lecito aspettarsi, fu molto lento e poco tecnico. Gonzalez e Undertaker si scambiarono durante la prima fase di match solo colpi, che portarono il gigante a mettere a terra Taker bloccandolo con una Chilock modificata. Dopo averlo spedito contro i gradoni fuori ring, Undertaker ottenne il controllo dei match dopo una scazzottata che lo vide clamorosamente uscire vincitore mettendo il gigante in ginocchio, letteralmente. A questo punto intervenne Harvey Wippleman, manager del gigante, che lanciò un fazzoletto imbevuto di cloroformio che venne usato su Undertaker, che crollò.
L’arbitro consegnò la vittoria al Deadman per squalifica, ma Gonzalez tuttavia aveva dimostrato in certi frangenti del match di essere in vantaggio nei confronti dell’avversario. Undertaker, tuttavia, decise che questo messaggio non poteva passare. Tornò in piedi mentre veniva trasportato verso il backstage e stese, dopo una terza e dura Clothesline, il gigante facendolo andare al tappeto, col pubblico che esplose nel momento in cui il gigante toccò il tappeto del ring.
Il match fu brutto e non mi sentirei di consigliarlo a nessuno. Tuttavia a fine anni ’80 il gigante sconfitto era una delle top story, una di quelle storie che potevano davvero cambiare la tua carriera e farti entrare nell’immaginario collettivo come un beniamino, come qualcuno fuori dal comune. E la storia invertita, con Undertaker che doveva dimostrare di essere all’altezza, funzionò perfettamente regalando comunque un’immagine storica come la sua entrata accompagnato dall’avvoltoio.
